martedì 22 luglio 2014

“La flora: elementi di classificazione e riconoscimento”. Scuola secondaria di primo grado.

Competenza: esplora e sperimenta la flora del territorio di riferimento.
Conoscenze: elementi di morfologia delle piante; elementi di classificazione delle piante; concetto di biodiversità floristica
Abilità: utilizza semplici chiavi di riconoscimento delle piante.


L'unità didattica "La flora: elementi di classificazione e riconoscimento" è stata sperimentata nelle seguenti classi prime di scuola secondaria di secondo grado:

Marotta, Faà di bruno, classi IA e ID, il 22 marzo;

Porto Recanati, E.Medi, classi IA e IC il 1 aprile; 

Falconara Centro, classi IB, IC, ID, il 2 e 3 aprile; 

Ostra, classi IA, IB e IC il 24 aprile e il 3 maggio; 

Jesi, Federico II, classi IA e ID il 14 aprile; 

Falconara Ferraris IA e IC il 15 aprile; 

Corinaldo, classi IA e IB il 12 aprile; 

Castelleone di Suasa il 2 maggio.

I ragazzi coinvolti sono stati complessivamente 375

L'intervento in classe è stato supportato dalla presentazione .ppt che puoi scaricare qui.

 La prima parte della lezione ha avuto l'obiettivo di far comprendere ai ragazzi la differenza tra il concetto di classificare e quello di identificare. 

Classificare significa raggruppare secondo criteri diversi, anche combinati tra loro (morfologici, evoluzionistici, genetici). E' un lavoro sistematico, molto complesso, fatto dagli specialisti della materia.

Il lavoro di classificazione conduce ad un meccanismo gerarchico di insiemi e sottoinsiemi che mette in ordine la biodiversità esistente.

Attraverso la presentazione .ppt i ragazzi hanno provato a classificare alcune immagini di piante in base alla forma delle foglie, al tipo di fiore, al numero dei petali.


Identificare una pianta significa osservarla per rilevare i caratteri morfologici delle foglie, dei fiori, dei frutti o di altre parti e quindi far leva su queste informazioni  per utilizzare le chiavi dicotomiche di riconoscimento, le quali guidano in un percorso che alla fine conduce al nome scientifico della pianta.

Identificare una pianta, entro certi limiti, è un'esperienza che può fare chiunque.

I ragazzi hanno imparato ad osservare campioni freschi di piante, guidati da una apposita scheda didattica e dalla proiezione di "Scoprirò chi sei"
Ragazzi di Falconara impegnati nell'osservazione di foglie e frutti


 Infine utilizzando la chiave semplificata di Nimis per il riconoscimento delle specie arbustive e arboree dell'Orto Botanico Selva di Gallignano gli alunni hanno riconosciuto il nome scientifico delle piante studiate, identificativo del genere e della specie.

Dalle caratteristiche morfologiche, utilizzando la chiave semplificata di Nimis,
 gli alunni identificano una pianta dell'Orto Botanico di Gallignano.

Si è cercato di mettere in luce l'importanza della identificazione delle specie spontanee presenti in natura, dicendo che conoscere il nome di una pianta significa aprire la porta alla conoscenza di tutte le informazioni note che la riguardano.

Tali informazioni possono costituire una preziosa risorsa per il futuro anche professionale delle nuove generazioni.

lunedì 21 luglio 2014

"Il suolo e i suoi componenti", scuola secondaria di primo grado.

Conoscenze: fattori abiotici e biotici che costituiscono un ecosistema vegetale; elementi di pedologia.

Abilità: mette in relazione la presenza di specie nell'aggruppamento vegetazionale con le caratteristiche ecologiche dell'ambiente.

Competenza: esplora e sperimenta una porzione di territorio e le comunità vegetali che lo caratterizzano.


L'Unità di Apprendimento "Il suolo ed i suoi componenti" è stata sperimentata nelle seguenti classi prime di scuola secondaria di primo grado:

Marotta, Faà di Bruno, sez A e D , il 22 febbraio 2014 , Ostra sez A, B e C, nei giorni 24 e 25 febbraio 2014, 3 classi del l'I.C. di Force, il 27 marzo 2014, infine Castelleone di Suasa, il giorno 2 maggio 2014. 

Complessivamente gli alunni coinvolti sono stati 137.

L'intervento in classe è stato realizzato utilizzando anche la presentazione .ppt che è qui scaricabile .

Gli alunni sono stati invitati a riflettere sui differenti fattori abiotici che caratterizzano gli ecosistemi delle seguenti immagini, con particolare attenzione all'acqua :
Fosso, ambiente che seleziona piante con alte esigenze idriche.

Bosco, ambiente che seleziona piante amanti del fresco e dell'ombra

Ambiente di macchia, arido.

Piante pioniere, capaci di sfruttare insenature nella roccia 
dove l'acqua si accumula favorendo la pedogenesi.
Dalla discussione è emerso che la diversa disponibilità di acqua dei siti fotografati è in relazione con i diversi tipi di substrato (suolo) e ciò comporta la presenza in quei diversi luoghi di specie vegetali diverse.

Non solo l'acqua, ma anche i nutrienti e l'aria (fondamentale anche quest'ultima per le funzioni vitali delle radici) dipendono dal tipo di suolo.
Humus, ghiaia, limo ed argilla sono i componenti del suolo e di essi sono state spiegate le origini e le proprietà:




Particolare concentrazione  è stata posta al concetto di porosità della componente inorganica del suolo, definibile come quantità di spazi interconnessi tra i granuli. Alla porosità è strettamente legato il concetto di permeabilità: all'aumentare della porosità, aumenta la permeabilità:



Dunque la ghiaia è più porosa e quindi più permeabile della sabbia, che a sua volta è più porosa e quindi più permeabile dell'argilla.

Gli spazi presenti tra i granuli sono stati visualizzati con l'esperienza del barattolo "pieno" di ghiaia. Apparentemente la ghiaia ha riempito il barattolo, ma in realtà gli spazi molto grandi tra un sasso e l'altro consentono di aggiungere ancora sabbia, molta sabbia:
Il barattolo sembra ora pieno di ghiaia e sabbia! Invece si può ancora aggiungere dell'acqua, perché la sabbia è molto porosa, quindi fra un granulo e l'altro c'è ancora spazio disponibile.

L'acqua che viene versata nel barattolo sposta l'aria presente tra i granuli della sabbia, pertanto si sono viste uscire tante bollicine di gas.

In sintesi la ghiaia e la sabbia sono porose e quindi permeabili all'acqua, in quanto questa scivola via lungo gli spazi presenti tra un granulo e l'altro L'argilla è invece poco porosa e quindi impermeabile: l'acqua infatti viene trattenuta in quanto "intrappolata" negli spazi piccolissimi tra un granulo e l'altro.
Quando l'acqua scivola via tra i sassi e i granuli di sabbia, lascia lo spazio all'aria. Invece l'argilla è un suolo con poca presenza di aria.
Dunque un suolo per garantire la presenza di aria deve contenere una certa quantità di sabbia!
La lezione è proseguita con l'analisi qualitativa di quattro campioni di suolo, prelevati in siti diversi dell'Orto Botanico selva di Gallignano.

Il colore del suolo è un indizio utile per stabilirne la composizione qualitativa 
La plasticità è un indizio utile per capire le caratteristiche del campione di suolo
L'utilizzo di opportune schede ha consentito ai ragazzi di ipotizzare la composizione qualitativa e le conseguenti proprietà dei campioni di suolo oggetto di studio.

Infine i ragazzi hanno realizzato un'esperienza di tipo quantitativo per dimostrare la diversa permeabilità di due suoli con caratteristiche molto diverse tra loro: la sabbia e l'argilla:

Sono stati pesati 20 g di sabbia e 20 g di argilla e sono stati posti su 2 pezzi di carta scottex e quindi su 2 imbuti ottenuti da bottiglie di plastica tagliate. Infine gli imbuti sono stati appoggiati sulle parti restanti delle bottiglie di plastica, come fossero backers.
Sono stati versati su ciascun  imbuto 100 ml di acqua.
Si sono osservati i diversi comportamenti dell'argilla e della sabbia nei due imbuti e la diversa velocità di drenaggio.
Infine si sono misurati i volumi di acqua filtrata e per differenza si sono calcolate le quantità di acqua assorbita dalla sabbia e dall'argilla:
Massima precisione a Force nella lettura dei volumi di acqua.
A Marotta linguaggio specifico sicuramente da migliorare, ma risultati molto interessanti: la sabbia ha trattenuto molta meno acqua dell'argilla, 1 ml contro 12 ml 
( a Marotta i ragazzi hanno utilizzato 50 ml di acqua)
Dunque un suolo per trattenere l'acqua deve contenere una certa quantità di argilla!

Il tempo a disposizione non è stato mai abbastanza per cui  si è solo descritta la granulometria per sedimentazione e non si è potuta allestire una vera esperienza di laboratorio.  Comunque l'osservazione dei 4 peculiari cilindri della foto ha consentito d' intuire l'importanza di questa tecnica con la quale si è misurata la quantità dei componenti dei 4 campioni di suolo studiati:

Bottiglie graduate utilizzate come cilindri

I ragazzi di Castelleone di Suasa agitano i suoli per farli poi sedimentare.
Le particelle più grandi, sabbia grossa e fine, sedimentano prima rispettivamente del limo e dell'argilla. I residui vegetali galleggiano.
In sintesi abbiamo scoperto che il suolo N1 proveniente dal fosso di Gallignano è sabbioso e argilloso, il N2 proveniente dall'impluvio della selva è limoso, il N3 del noccioleto della Selva è argilloso e ricco di humus, il N4 proveniente dal bosco di Quercia virgiliana è sabbioso.

Con le ultime diapositive della presentazione .ppt è stato possibile dare alcune informazioni sui processi pedogenetici e sottolineare la grande diversità di suoli esistenti.

Consiglio i seguenti video per eventuali collaborazioni con l'insegnante di Inglese





martedì 22 aprile 2014

La biodiversità delle foglie dei fiori e dei frutti. Scuola primaria

Competenza: esplora e sperimenta la flora del territorio di riferimento.

Conoscenze: elementi di morfologia vegetale; il ciclo vitale delle piante; elementi di classificazione delle piante; concetto di biodiversità floristica.

Abilità: classifica le piante secondo criteri assegnati.


Gli alunni della classe terza di Ostra Vetere pronti per classificare le foglie assegnate.

Nelle scorse settimane si sono svolte le attività didattiche dei moduli sul ciclo vitale delle piante, comprese nell' UdA  "Le piante: a ciascuna il suo ambiente"

Le insegnanti delle classi di scuola primaria coinvolte nel progetto F.V.P. hanno affrontato autonomamente i moduli "Dal seme al seme" e "Pianta e suolo: una scelta di coppia", utilizzando le immagini e le schede che erano state precedentemente messe a disposizione nel sito dell'Orto Botanico Selva di Gallignano:

fasi di crescita del grano duro e del fagiolo cannellino

scheda descrizione "dal seme al seme" fagiolo

scheda di descrizione "dal seme al seme"frumento

scheda immagini "dal seme al seme" frumento

scheda immagini "dal seme al seme" fagiolo

scheda di osservazione crescita piante su suoli con caratteristiche diverse


Su suggerimento delle stesse insegnanti,  l'UdA "Le piante: a ciascuna il suo ambiente"è stata implementata con un ulteriore modulo didattico che ho personalmente sperimentato nelle classi. Il modulo si intitola "La biodiversità delle foglie dei fiori e dei frutti".

Per questo nuovo modulo ho incontrato complessivamente 170 alunni e 9 classi:

classe terza A di Ostra Vetere, il giorno 4 aprile 2014;    

classe quarta di Castelleone di Suasa, il giorno 4 aprile 2014;

classi quarta A e B di Corinaldo, il giorno 5 aprile 2014;

classe quarta di Barbara, il 7 aprile 2014;

classi quarta A e quarta B di Ostra, nel giorno 8 aprile 2014;

classi terze di Force, il 9 aprile 2014;

classe quarta di Pianello di Ostra, il giorno 16 aprile 2014.



La prima attività consiste nell'osservazione guidata di campioni di foglie, con l'obiettivo sia di toccare con mano la grande varietà di forme e caratteristiche sia di acquisire un essenziale linguaggio specifico per la loro descrizione. Agli alunni vengono consegnanti sacchetti contenenti ramoscelli di diverse piante spontanee, scelti in modo da avere una adeguata rappresentanza di forme, margini e nervature. Viene inoltre chiesto loro di distribuire le foglie in insiemi, seguendo le indicazioni proiettate alla L.I.M.  L'osservazione è guidata da una apposita presentazione Power Point che, oltre a veicolare il corretto linguaggio specifico, abitua gli alunni a rispondere a domande dicotomiche.

Ogni step di osservazione è introdotto da una domanda dicotomica.


Gli alunni di Force sono molto impegnati: fanno domande e prendono appunti.

Gli alunni di Corinaldo sono molto meticolosi nell'osservazione delle nervature.
In poco tempo i ragazzi imparano a descrivere le foglie
 utilizzando un corretto linguaggio specifico.

La seconda attività consiste nell'osservazione guidata di campioni di fiori.  Un obiettivo di questa parte del lavoro è far capire che i fiori possono essere anche molto diversi da come li immaginiamo di solito, cioè profumati e vistosi, e capire che a queste differenze corrispondono strategie differenti per rendere efficace l'impollinazione (anemofila-entomofila)

Inoltre gli alunni imparano a distinguere i fiori singoli dalle infiorescenze e a riconoscere alcuni tipi di infiorescenza.

Amenti di salice, ombrelle di aglio selvatico, corimbi di biancospino........
Contiamo i petali, contiamo gli stami osservando le antere ed isoliamo il pistillo.....

La terza attività consiste nell'osservazione della grande varietà di frutti che possono trovarsi sulle piante. L'obiettivo è comprendere che i frutti non sono solo quelli commestibili per l'uomo, che ciò che non è commestibile per l'uomo ha comunque un ruolo negli ecosistemi e che il tipo di frutto influenza le modalità messe in atto dalle piante per rendere efficace la disseminazione.


Cartoncini con frutti vari essiccati mettono in evidenza la biodiversità che li caratterizza.



lunedì 17 marzo 2014

Grugni e crespigne

Competenza: esplora e sperimenta la flora del territorio di riferimento.
Conoscenze: concetto di biodiversità floristica.
Abilità: classifica le piante secondo criteri assegnati.



Domenica 16 marzo, a SERRA DE' CONTI, nell'ambito della manifestazione "grugni e crespigne, le erbe  nella cucina delle monache", si è svolta una passeggiata didattica all'aperto.
I percorsi sono stati differenziati, uno per adulti, guidato dal professor Fabio Taffetani ed uno per famiglie con bambini, guidato da me e da Roberta Gasparri.


Il professor Fabio Taffetani e il sindaco Arduino Tassi
impegnati nel riconoscimento e nella raccolta delle erbe.
Roberta Gasparri e il gruppo delle famiglie con bambini.


I bambini hanno avuto a disposizione un prato ricco di erbe spontanee e sono stati invitati ad osservare e raccogliere fiori e foglie diversi per collezionarli su cartoncini con scotch bi-adesivo.


Anche i più piccoli si sono lasciati coinvolgere con entusiasmo.


La grande varietà di fiori e di foglie ha catturato l'interesse non solo dei bambini, ma anche degli adulti.

Roberta risponde alle domande dei bambini e dice i nomi delle piante.




I fiori collezionati sono stati:

Ranunculus ficaria


Bellevalia romana

Tussilago farfara

Veronica persica

Trifolium pratense

Euphorbia elioscopia

Le foglie con le forme più curiose sono state:


Plantago lanceolata (Orecchie di lepre)

Daucus carota (Carota selvatica)

Potentilla reptans (Cinque foglie comune)

Arum italicum (Calla selvatica)

La fantasia dei bambini si è scatenata nella descrizione della forma della foglia dell'Arum italicum: "assomiglia ad un aereo, alla Tour Eiffel, ad un corpo senza braccia e gambe, ad un grattacielo, ad un elefante"......


Una pigna ritrovata sul prato ed i pini visibili solo in lontananza hanno fatto discutere e riflettere sul "mistero" di come la pigna sia arrivata lì.




Un soffione di Tussilago è stata l'occasione per riflettere sulla disseminazione fatta dal vento:


Con la lente d'ingrandimento i bambini hanno osservato i fiori di una Rosacea, il Prunus spinosa, hanno contato il numero dei petali, osservato le antere piene di polline, messo in evidenza il pistillo:



Infine saluti per tutti e un caro arrivederci alla prossima occasione!


domenica 2 marzo 2014

"Non terra ma suoli", scuola primaria

Il modulo didattico "Non terra ma suoli" dell'Unità di apprendimento "Le piante: a ciascuna il suo ambiente"è stato proposto nelle seguenti classi di scuola primaria:


classe quarta di Pianello di Ostra, nel giorno 30 gennaio 2014;

classi quarta A e quarta B di Ostra, nel giorno 11 febbraio 2014;

classe quarta di Barbara, il 13 febbraio 2014;

classe quarta A e quarta a tempo prolungato di Offida, il 17 febbraio 2014;

classe quarta di Castelleone di Suasa, il 18 febbraio 2014;

classe terza A di Ostra Vetere, il 18 febbraio 2014;                                    

classi quinta A e B dell'Istituto Mercantini di Senigalliavenerdì 28 febbraio 2014. 

Infine, "Non terra ma suoli" è stato anche a Corinaldo, il giorno 14 marzo 2014.

Complessivamente, gli alunni di scuola primaria coinvolti nella sperimentazione di questo modulo sono stati 212.


Tutti hanno compilato o compileranno una scheda del tipo vero/falso prima dell'attività svolta in classe e al termine della stessa, per consentire di valutare statisticamente l'efficacia dell'intervento didattico. Il risultato sarà condiviso al termine dell'anno scolastico, in sede opportuna.


La prima attività del modulo mira a creare interesse e a riflettere sul perché sia importante studiare il suolo per apprezzare, poi, la biodiversità degli ecosistemi vegetali. 


Vengono mostrate le due immagini che seguono e i ragazzi, in gruppo, discutono su quale immagine preferiscano; condividono la scelta; argomentano e scrivono tre motivazioni. Infine, un portavoce per ciascun gruppo condivide con la classe le scelte fatte.

Immagine N 1
Immagine N 2 

Molto interessante è stato il fatto che alcuni gruppi di alunni, di diverse scuole, abbiano preferito l'immagine N 1 perché, hanno detto, dà un senso di libertà e di pulito. Hanno poi aggiunto che la vista del sottosuolo dà un certo fastidio. 

 

Più frequente è stata la scelta dell'immagine N 2, probabilmente perché gli alunni hanno fatto riferimento alle conoscenze già acquisite ed hanno intuito l'importanza della funzione delle radici. 


Una minoranza, preziosa per la discussione, ha sottolineato la completezza dell'immagine N 2 per la presenza anche del suolo e, quindi, hanno evidenziato la relazione suolo-pianta.



Alunni della quarta primaria di Barbara
 che discutono in gruppo e scrivono le motivazioni per la loro scelta.

In sostanza, le argomentazioni degli alunni delle diverse classi sono state riconducibili alle seguenti :
  • preferiamo l'immagine 2 perché mette in evidenze le radici che sono importanti per la vita della pianta;
  • preferiamo l'immagine 2 perché mette in evidenza sia le radici sia il suolo, che sono importanti per la vita della pianta;
  • preferiamo l'immagine 1 perché il sottosuolo costituisce un ignoto che ci crea preoccupazione.

Il lavoro dei singoli gruppi viene condiviso


Dopo questa prima attività, che potrebbe essere definita di "engagement", secondo quanto previsto dalla metodologia IBSE, gli alunni partecipano ad una fase di "explain" tramite il commento guidato dall'insegnante di alcune diapositive riguardanti la composizione del suolo e la relazione suolo-pianta.


Gli alunni comprendono che esistono suoli di composizione diversa, che rendono più o meno disponibili aria, acqua e nutrienti per le piante.

A questo punto gli alunni sono pronti per la fase di "explore"!


Questa consiste nell'uso di schede che guidano gli alunni nell'osservazione di 4 campioni di suolo di diversa composizione, al fine di indagare e rilevare indizi che permettano la definizione qualitativa della loro composizione.


Gli indizi sono il colore, l'odore, la plasticità....e non solo.

I campioni utilizzati sono: argilla, sabbia, suolo agricolo e suolo del sottobosco.


Alunni della quarta primaria di Ostra
 che analizzano i suoli per definirne il colore, la consistenza, la presenza di residui vegetali.
Gli alunni scoprono che il suolo può avere diversi colori,
utilizzando una scheda che prende spunto dalle tavole Munsell dei pedologi.

Le alunne della quarta primaria di Ostra
 testano la plasticità dei suoli a loro assegnati.
Anche le alunne della quinta di Senigallia sono molto impegnate.

Se con il suolo inumidito si riesce a formare un bastoncino e/o un anello più o meno tornito, si ottengono informazioni sulla sua composizione argillosa o sabbiosa. 


Forme ottenute dai ragazzi di Barbara con un suolo molto argilloso
 

I ragazzi di Ostra non sottovalutano affatto l'importanza della raccolta dei dati!

E i ragazzi di Senigallia non sono da meno!


La manipolazione mette in risalto le caratteristiche dei diversi suoli.

L'argilla rimane appiccicata alle mani e al tatto risulta liscia, mentre la sabbia gratta sulla pelle. I suoli con composizione mista, inumiditi e passati tra i polpastrelli, fanno sentire la presenza di granelli di sabbia.


Ad ogni classe sono stati lasciati 4 vasetti con diversi suoli ( argilla, sabbia, suolo agricolo e suolo ricco di humus) e semi di fagiolo cannellino nano, per verificare con l'esperienza diretta l' influenza del diverso suolo sulla crescita delle piantine. L'osservazione guidata consentirà di osservare anche il diverso comportamento dei suoli rispetto all'acqua e di avviare la fase di "elaborate".



Leggi il  post dedicato al lavoro svolto dalla scuola primaria di Pianello di Ostra e scarica i relativi sussidi didattici.